SOS animali selvatici - Come prenderli
Iscriviti al WWF Trieste
Foto di Karen Arnold, da Pixabay., Licenza  CC BY 2.0


Precauzioni per la cattura

Con grandi uccelli e piccoli e grandi mammiferi in grado di mordere, è indispensabile indossare guanti da lavoro robusti e usare un telo (un asciugamano o un plaid) con cui coprirli durante la cattura: questo servirà oltre che per agevolarne la presa anche per indurli ad una maggiore tranquillità. Questi accorgimenti non sono necessari con animali palesemente innocui come piccoli uccelli, anfibi e ricci.

Dopo averli coperti con il telo li si afferra con delicatezza ma in modo deciso: la presa sicura impedisce all'animale di divincolarsi e farsi del male.

Premesso l’uso dei guanti e del telo, ecco alcune indicazioni su come afferrare animali che potrebbero creare problemi.

Gli uccelli potenzialmente pericolosi:

uccelli acquatici come gabbiani, svassi, strolaghe, sule, cormorani, aironi, tarabusi e i gruiformi in genere, che hanno becchi robusti, taglienti o lunghi, vanno immobilizzati afferrando con la mano destra il becco (quando è lungo e appuntito) o il collo all'altezza della congiunzione con la testa (quando i becchi sono robusti e/o taglienti) e abbracciati con il braccio sinistro; molto pericolosi sono gli aironi (ed in genere tutti gli uccelli con i becchi lunghi e appuntiti) capaci di sferrare rapidi colpi di becco mirando al volto e agli occhi del presunto aggressore;

rapaci diurni e notturni (parte pericolosa: gli artigli) vanno immobilizzati afferrando le zampe con una mano e tenendo l'altra mano sopra le ali; il dorso dell’uccello va poi appoggiato contro il proprio petto e le zampe, tenute saldamente, rivolte in avanti.


I mammiferi potenzialmente pericolosi:

i carnivori come volpi, faine, martore e mustelidi in genere, pericolosi per i morsi, vanno afferrati con una mano alla nuca per immobilizzarne la testa e bloccato il corpo con l'altra mano per prevenire contorsioni;
piccoli roditori come topi, scoiattoli, ghiri e mammiferi insettivori come toporagni e talpe, i cui morsi possono trasmettere malattie, vanno afferrati per la collottola o nel caso dei topi anche per la coda; i pipistrelli, i cui morsi possono trasmettere malattie, vanno presi avvolgendoli con il palmo sul dorso, le dita a un lato e il pollice all'altro;
gli ungulati come caprioli, cervi, daini, camosci, cinghiali (pericolosi per le corna o per i denti e zanne) vanno presi con teli o reti e quindi lacci che serviranno a legare le zampe: anteriori e posteriori prima accoppiate e poi tra loro. Meglio bendare gli occhi per evitare ulteriori spaventi all'animale.

Con gli animali qui di seguito guanti e telo non sono indispensabili:

le lepri vanno presi per la collottola avendo cura di non farsi colpire dall'eventuale scalcio delle zampe posteriori;
gli anfibi e i rettili non velenosi possono essere raccolti con le mani o favorendone l'entrata nella scatola. Attenzione ad alcuni rettili come il Biacco e il Ramarro che sebbene non velenosi possono mordere;
con uccelli di piccola e media taglia è importante avere una presa sicura ma anche delicata avendo cura di avvolgere con la mano (o le mani) le ali chiuse (affinchè non si danneggino).

Per il trasporto li si porrà in una scatola di cartone robusta, forellata sui lati (con una punta di forbice) per l'aerazione. La scatola dovrà essere un po’ più grande rispetto alle dimensioni del soggetto: deve potersi muovere ma non dibattere (soprattutto nel caso presenti fratture agli arti). Per animali particolarmente agitati, come il picchio, può andar bene anche un sacchetto di tela (mai di plastica!)