Ovovia

Il progetto del Comune
Il Comune di Trieste ha elaborato un progetto di fattibilità per la realizzazione di una cabinovia metropolitana che colleghi la zona del Porto con l’altopiano del Carso. Il progetto prevede di attraversare con un tratto orizzontale il Porto Vecchio fino al Park Bovedo, a Barcola, e poi salire in linea retta per superare il dislivello di circa 350 m fino a Opicina, Campo Romano, attraversando il bosco protetto di Bovedo.
No Ovovia
I motivi del no
I motivi per i quali siamo fortemente e convintamente contrari alla cabinovia che il Comune di Trieste vuole realizzare per collegare il Porto Vecchio e Opicina, passando per il Bosco Bovedo, sito di interesse comunitario (Sic - Natura 2000), sono molti e rilevanti.

Non solo l’impatto ambientaie su un habitat unico, come quello del Bosco Bovedo, motivo che da solo dovrebbe già essere sufficienti a impedirne la costruzione, dal momento che un decreto ministeriale del 2007 vieta l’installazione di impianti a fune nelle aree inserite nella Rete Natura 2000; ma anche l’uso irrazionale del territorio, lo spreco di denaro pubblico, l’insostenibilità economica, il deturpamento del paesaggio, il rischio idrogeologico, l’inutilità dell’opera che non risolverebbe il problema del trasporto pubblico e che i cittadini non vogliono; e i giorni di stop per la bora?

Per tutti questi motivi il WWF Friuli Venezia Giulia (già WWF Trieste), assieme a una trentina di associazioni e realtà locali hanno dato vita al Coordinamento “No Ovovia” e sono ricorsi alle vie legali per impedire la realizzazione di questo progetto insensato.

Approfondimenti e aggiornamenti

Per i dettagli del progetto dell’ovovia, le attività del Coordinamento No Ovovia e per tutti gli aggiornamenti, compresi quelli sul ricorso alle vie legali, vai sul sito Noovovia.
Scarica il “Dossier tecnico: Le ragioni del no “.

Il tracciato della cabinovia
il tracciato


Bosco Bovedo, un bosco da salvare

Bosco Bovedo

La tutela europea
Il Bosco Bovedo, che dal mare sale verso il ciglione carsico, è un ‘sito di interesse comunitario’ (Sic – Natura2000), un’area quindi che, sulla base dei principi della tutela della biodiversità europea, deve essere conservata in virtù del suo habitat naturale e delle specie animali e vegetali che vi abitano.
Perché il Bosco Bovedo è unico?
Il bosco deve la sua unicità, non tanto per il numero delle specie presenti quanto per una particolarissima associazione vegetale/animale. Qui convivono specie provenienti da tre diversi habitat: il rovere di Slavonia tipico della flora balcanica, l’erica alpina che è catalogato fra la flora europea e il cisto femmina, un arbusto caratteristico della macchia mediterranea. È l’unico luogo d’Europa in cui il rovere cresce insieme a piante mediterranee, l’unico bosco di rovere sul mare di tutta Italia. Qui cresce il carpino orientale, tipico dell’entroterra Dalmato, anziché il carpino nero che è invece comune sul resto del Carso e qui troviamo anche il leccio e la salvia.
La distruzione progettata
La costruzione dell’ovovia comporterebbe l’abbattimento di oltre 2 ettari del Bosco Bovedo, per una larghezza di oltre 14 metri per la posa dei piloni e le strade di cantiere. Altrettanti ettari di bosco verrebbero abbattuti per realizzare il parcheggio e la stazione di arrivo a Campo Romano, mentre le strade di cantiere aprirebbero l’ingresso a molte specie invasive, distruggendo irreparabilmente l’equilibrio ecologico di questo habitat unico.

Ovovia? No grazie

Il progetto dell’Ovovia, se non fermato, distruggerà irreparabilmente un'area boscata di grande pregio naturalistico, il Bosco Bovedo (sito Natura 2000). Per spiegare la situazione e per informare la popolazione dello scempio che farebbe la costruzione della cabinovia, il WWF Friuli Venezia Giulia e il Coordinamento "No Ovovia" hanno organizzato diverse escursioni nel Bosco Bovedo lungo il tracciato previsto per l’ovovia. QUI le foto.